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Agosto 3, 2020

Da 94 a 220 milioni: questo il numero di persone che, al mondo, risultano potenzialmente esposte ad elevate concentrazioni di arsenico. A dirlo sono due ricercatori dello Swiss Federal Institute of Aquatic Science and Technology, Joel Podgorski e Michael Berg, che hanno condotto un’indagine volta a definire le aree in cui sono presenti i più alti livelli di questo elemento.

Lo studio ed i risultati

Analizzando i dati provenienti da circa ottanta precedenti test, i ricercatori hanno ideato un software di apprendimento automatico che, tramite algoritmi, è stato in grado di tracciare a livello globale i luoghi dove potrebbe registrarsi un eccessivo pericolo di inquinamento da arsenico nelle falde acquifere.

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Ne è emerso che il 94% delle persone potenzialmente esposte al rischio di contaminazione risiede in Asia centrale e meridionale. In passato alcuni scienziati avevano già identificato come luoghi con elevate quantità di arsenico il Bangladesh ed il Vietnam: i due studiosi della Swiss hanno fatto ulteriori passi avanti, localizzando aree “precedentemente non documentate” come Cambogia, Cina e il Pakistan ma anche il Sahel ed altre regioni dell’Africa.

Arsenico, quali rischi?

Gli autori dello studio hanno voluto sottolineare che “comprendere i rischi legati all’arsenico è essenziale nelle aree ad alta insicurezza idrica attuale o futura per sensibilizzare le politiche ed identificare le aree in cui costruire pozzi sicuri”.

L’arsenico è una sostanza – chimicamente definitiva semimetallo – presente in natura nel suolo, nei materiali rocciosi e nelle falde acquifere. L’OMS ha stabilito che la quantità massima di arsenico presente in acqua non deve superare i 10 microgrammi per litro; sopra tale soglia l’acqua non solo non può più essere definita potabile, ma diventa anche rischiosa per la salute.

Ecco perché la normativa vigente prevede controlli ferrei al riguardo ed impone una corretta potabilizzazione delle acque.

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