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Ottobre 22, 2020

Si è tenuto martedì 21 ottobre 2020 il Webinar organizzato da Althesys ed Enel Foundation “Energy for Water Sustainability”, volto ad esaminare l’omonimo studio condotto dagli esperti sul contributo che acqua ed energia, insieme, possono fornire al settore elettrico. A discutere dell’importante tematica sono stati Giuseppe Montesano e Carlo Tamburi di Enel, Stefano Besseghini di ARERA, Giordano Colarullo di Utilitalia, Stefano Masini di Coldiretti, Francesco Vincenzi di ANBI ed Edoardo Zanchini di Legambiente.

“Energy for water sustainability”: obiettivi

L’obiettivo dell’indagine, come sottolineato da Alessandro Marangoni – Strategic Consultant di Althesys – è stato quello proporre misure ed investimenti ad hoc per gestire ed utilizzare al meglio l’acqua, offrendo soluzioni in grado di valorizzare le infrastrutture esistenti e realizzarne di nuove. Partendo dall’evoluzione del water-energy nexus, l’indagine ha elencato una serie proposte di ottimizzazione per la gestione delle risorse idriche ed energetiche, al fine di sviluppare sinergie tra i due settori e fronteggiare così il cambiamento climatico.

Elemento-chiave

D’altronde, sottolineano gli esperti, la gestione delle risorse idriche ed energetiche costituisce ad oggi un elemento chiave non solo nelle politiche ambientali, ma anche in quelle economiche e industriali. Per arrivare ad una supply security idrica ed energetica, dunque, è necessario un coinvolgimento di tutti i settori che hanno, come risorse primarie, l’acqua e l’energia.

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Possibili soluzioni

Ad esempio, spiega lo studio, ultimare le opere incompiute potrebbe garantire una produzione elettrica di quasi 30 GWh l’anno, con una disponibilità idrica pari a 850 milioni di metri cubi. Un’altra idea proposta è quella di investire sugli impianti di desalinizzazione, che potrebbero aiutare a fronteggiare lo stress idrico. Altri contributi alla energy-water supply security potrebbero essere forniti dalle cave e dalle miniere dismesse – con il conseguente recupero delle aree a potenziale impatto ambientale – ma anche dal Piano Invasi, che ha già stanziato 250 milioni di euro per interventi nel periodo 2018-2022.

Si tratta di azioni – concludono gli esperti – che devono inquadrarsi in una strategia a livello nazionale che, seppur incentrata in un’ottica di lungo periodo, preveda azioni concrete immediate che possano garantire risultati efficaci a breve termine.

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