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Gennaio 11, 2022

Troppi pesticidi nelle acque italiane, ben oltre i limiti europei. È quanto emerso dal rapporto ISPRA 2021 “Transizione Ecologica Aperta” che, presentato lo scorso dicembre, ha evidenziato come le sostanze velenose arrivino nelle acque direttamente dai campi e dai terreni su cui vengono sparse.

Pesticidi nelle acque: i numeri del rapporto ISPRA

Nel dettaglio, sono stati rinvenuti pesticidi  nel 32,2% dei 2.795 punti di monitoraggio delle acque sotterranee e nel 77,3% dei 1.980 punti di monitoraggio delle acque superficiali. Tra questi, 415 punti (pari al 21% del totale) superano il limite di concentrazione europea. Tra le sostanze più presenti vi sono il metolaclor, i fungicidi gli erbicidi glifosate e AMPA, il bentazone e i metaboliti atrazina desetil desisopropil.

Pesticidi nelle acque: una panoramica nazionale

La situazione a livello nazionale risulta dunque essere piuttosto preoccupante, soprattutto perché in costante crescita. Dal 2009 al 2018, infatti, la presenza di pesticidi nei flussi idrici di superficie è aumentata del 25%, e quella nelle acque sotterranee di circa il 15%.

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Numeri significativi, che proiettano quelle che potrebbero essere le conseguenze: l’accumulo ed il mix di contaminanti. Come evidenziato da Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, “se nel 2008 in un solo campione erano state ritrovate fino a un massimo di 15 diverse sostanze – spiega – nell’ultimo rapporto il dato sale a 56 sostanze in un singolo campione. Sappiamo bene che la questione del multiresiduo non è stata finora indagata adeguatamente; per questo sarebbe necessario adottare il principio di precauzione e investire in studi e ricerche indipendenti per valutare gli effetti del multiresiduo sulla salute dei cittadini e sull’ambiente”.

Accelerata per gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Più in generale, il rapporto mostra un’Italia più decisa a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Se le emissioni di gas serra negli ultimi trent’anni ed il fabbisogno energetico hanno registrato un netto calo – rispettivamente il -10% negli ultimi trent’anni ed il -18% negli ultimi quindici anni – sono invece raddoppiati i consumi di rinnovabili, che ad oggi si attestano al 19%.

Alessandra Marcelli

 

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