Settembre 27, 2021
Si attesta a 38mila GWh l’attuale surplus energetico dell’Italia, che ha raggiunto l’obiettivo europeo sulle rinnovabili – fissato per il 2020 – con diversi anni di anticipo. Perché, dunque, non cederlo a Paesi meno virtuosi in termini di sostenibilità e decarbonizzazione? D’altronde è questa la possibilità esplicitata nell’art. 6 della direttiva 2009/27/CE.
Surplus energetico, cosa prevede la normativa
La normativa, nel dettaglio, contempla l’opportunità di concludere accordi tra gli Stati Membri dell’UE per il trasferimento, puramente contabile, di quantità di energia rinnovabile al fine di poter raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei.
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Ciò significa che non ci sarà alcun scambio effettivo di energia, ma solo una cessione statistica di rinnovabili. In questo modo l’UE permette anche un ulteriore incentivo allo sviluppo di energia green e sostenibile, dato che potranno gli Stati “donatori” potranno essere pagati per la cessione del loro ‘plus’ energetico.
Il primo accordo nel 2017
Il primo accordo di questo genere risale al 2017, quando la Lituania cedette una piccola quota di rinnovabili al Lussemburgo. Non è da escludere che questa intesa possa ripetersi di nuovo, soprattutto considerando gli ultimi dati disponibili che indicano, già nel 2019, ben 14 Stati Membri dell’UE indietro rispetto agli obiettivi energetici prefissati.
L’avviso esplorativo del Ministero della Transizione Ecologica
Non a caso, il Ministero della Transizione Ecologica ha provveduto a pubblicare un avviso esplorativo in cui si ricercano possibili controparti interessate all’acquisto di surplus energetico green.
“Il surplus per l’Italia – si legge nell’avviso – rispetto all’obiettivo 2020 di quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia è stimato, in termini assoluti, in circa 38 mila GWh. Si prevede infatti di superare l’obiettivo vincolante pari al 17%, conseguendo una quota pari a circa il 20%.”
Per far pervenire ogni eventuale interesse ed intavolare una possibile trattativa, qualsiasi Stato o regione UE potrà contattare direttamente gli uffici competenti del Mite.
Alessandra Marcelli