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Settembre 7, 2021

Purificare l’acqua con luce e ozono. È quanto ideato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento che, in collaborazione con Hub Innovazione Trentino, ha brevettato un sistema di acquacoltura vincitore del progetto EIT Food “Sustainable Aquaculture”.

Purificare l’acqua con luce: il sistema

Lo studiotutto italiano – è stato condotto dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria industriale Francesco Parrino e Annachiara Bardinelli, in collaborazione con Giovanni Camera Roda (Università di Bologna), Vittorio Loddo e Leonardo Palmisano (Università di Palermo).

Stando a quanto analizzato dagli autori della ricerca, la luce ha la proprietà di attivare una sorta di semiconduttore capace, a sua volta, di innescare reazioni radicaliche. Queste fanno sì che le sostanze inquinanti vengano distrutte, e che agenti patogeni come virus e batteri diventino inattivi.

Ecco perché il sistema brevettato, che ha alla base il processo di ozonizzazione fotocatalitica, risulta ottimale nel campo dell’acquacoltura sostenibile, soprattutto per quel che riguarda la salvaguardia dei mari e dei fiumi che sempre più spesso vengono minacciati da allevamenti intensivi ad alto impatto ambientale.

Presto il sistema entrerà in funzione in Scozia

Non a caso, il nuovo sistema di purificazione dell’acqua sarà presto attivo presso un’azienda scozzese – la FishFrom Ltd – che alleva e esporta salmone, e servirà a tenere pulite le vasche che contengono i pesci. In questo modo, potrà migliorare in modo netto anche la qualità nutrizionale del prodotto stesso.

Perché la Scozia e non l’Italia?Siamo sicuri che la realtà Trentina seguirà con attenzione gli sviluppi di questa ricerca che stiamo applicando sulla produzione del salmone, attualmente il settore commerciale più rilevante su scala mondiale. I risultati della ricerca saranno estremamente importanti anche per le realtà del nostro territorio”, ha fatto sapere Berardinelli.

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“Ci si attende che nei prossimi 15 anni la richiesta di prodotti ittici di allevamento cresca enormemente e quindi è necessario migliorare il nostro sistema produttivo nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Il nostro studio aiuta la produzione di pesce sostenibile perché riduce i costi e aumenta la sicurezza del cibo, dimostrando che la tecnologia sviluppata non va ad alterare e anzi migliora i parametri di qualità dell’acqua”, ha concluso Parrino.

 

Alessandra Marcelli

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