Luglio 20, 2021
Acqua del rubinetto e Covid, sono cambiate le abitudini? Secondo quanto emerso dall’indagine commissionata da Aqua Italia e condotta da Open Mind Research, il 5% in più degli italiani nell’ultimo anno ha bevuto acqua del rubinetto. Per condurre il test è stato rilevato un campione di 2.000 cittadini maggiorenni residenti in 4 diverse macro-aree d’Italia: Nord Ovest (Valle D’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia), Nord Est (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna), Centro (Toscana, Lazio, Marche e Sardegna) e Sud (Molise, Campania, Abruzzo, Calabria, Puglia, Sicilia e Basilicata).
Acqua del rubinetto e Covid: i risultati emersi
Il fine della ricerca è stato quello di evidenziare eventuali cambiamenti di abitudine e consumo di acqua potabile da parte degli italiani legati al Covid-19. Eppure, nonostante le numerose conseguenze dovute alla pandemia, è emerso che l’82.7% degli italiani ha bevuto acqua potabile, sia trattata che non. Circa la metà (47.3%) ha dichiarato di berla sempre/quasi sempre sia in casa che fuori.
A consumare più acqua potabile sono gli abitanti del Nord Est (57,1%), seguiti da quelli del Nord Ovest (49.4%), da coloro che vivono al Centro (45.1%) ed infine quelli del Sud (40.9%). Tra i cittadini del meridione, infatti, risulta più alta la percentuale di coloro che ammettono di bere acqua del rubinetto mai/quasi mai.
Perché si beve acqua del rubinetto?
Stando a quanto dichiarato dagli intervistati, l’acqua del rubinetto viene preferita a quella confezionata in bottiglia perché presterebbe una maggior attenzione all’ambiente, “evitando di trasportare e smaltire bottiglie in plastica” e perché è sicuramente più comoda da reperire. Secondo altri, “l’acquedotto comunale fa maggiori controlli sull’acqua rispetto ai produttori dell’acqua in bottiglia” ed ha un “minor costo rispetto all’acqua in bottiglia”. Alcuni hanno invece ammesso di bere acqua dal rubinetto semplicemente “perché è buona”.
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Dall’indagine condotta è emerso che il 32.6% delle famiglie italiane possiede almeno un sistema di di depurazione e affinaggio di acqua del rubinetto: quello più diffuso è caraffa filtrante (13,3%), ma particolarmente utilizzate risultano essere anche le apparecchiature per l’eliminazione del cloro e di altre sostanze (9,8%).
Sono cambiate le abitudini?
Quel che risulta particolarmente significativo dall’indagine è che oltre il 50% degli italiani non ha cambiato le sue abitudini in merito al consumo di acqua trattata neanche al ristorante o al bar dove luoghi in cui, però, il 29% degli intervistati dichiara di non essersi recato durante il 2020. E se a livello nazionale circa il 30.5% continua a preferire l’acqua in bottiglia, sempre più Comuni ad oggi stanno mettendo a disposizione acqua potabile trattata e non trattata, refrigerata ed addizionata con anidride carbonica al fine di valorizzarne le qualità e le proprietà.
Alessandra Marcelli