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Dicembre 20, 2022

Le imprese italiane si dimostrano particolarmente attive nel campo della circolarità. Eppure, molto può essere ancora fatto. Lo evidenzia il report “Stato dell’arte dell’economia circolare nel largo consumo italiano” condotta da GS1 in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore di Sant’Anna di Pisa. L’obiettivo dell’indagine è stato quello di fotografare l’impegno delle aziende italiane nel riuso e riciclo di prodotti e materie prime.

Economia circolare, come sono messe le imprese italiane

Per il report sono state indagate le performance di economia circolare di 23 aziende italiane mediante lo strumento di self-assesment Circul-Up. Le imprese sono state intervistate in merito alle pratiche utilizzate nelle fasi di approvvigionamento, produzione e distribuzione dei prodotti, e nell’adozione di best practices durante la gestione a fine vita. I settori principalmente approfonditi sono stati quello alimentare, cura della casa e della persona e retail.

I risultati

Dai risultati ottenuti è emerso che il 53% delle aziende osservate è proactivist, e cioè con un percorso di circolarità già intrapreso. Le fasi con le perfomance di economia circolare più elevate sono quelle del design e dell’utilizzo, mentre il dato medio più basso è stato rilevato durante la fase produttiva. Prestazioni mediamente elevate e omogenee tra i diversi settori sono state constatate nel corso della fase di distribuzione e gestione dei rifiuti.

economia circolare
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Punti di forza e ambiti di miglioramento

Nello specifico ambito della gestione rifiuti, gli esperti hanno approfondito i punti di forza di ogni settore. Nel food&beverage la azioni più virtuose riguardano principalmente la lotta allo spreco alimentare – quindi la gestione circolare dei prodotti alimentari invenduti – e il recupero dei rifiuti; nel retail, risulta essere utile il riuso di utensili funzionanti nel rifacimento dei centri di distribuzione e la circolarità degli scarti di lavorazione.

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Aderire a programmi di recupero post-consumo – ipotizzando una formula take-back system – o provvedere alla raccolta differenziata di sotto-tipologie di rifiuti da imballaggio potrebbero invece essere importanti azioni di miglioramento per tutti e tre i settori indagati.

Cosa fare per l’economia circolare

Il report, infijne, suggerisce alle imprese di implementare politiche e strategie di approvvigionamento dei prodotti che abbiano obiettivi di economia circolare. I prerequisiti abilitanti, in tal senso, risultano essere le collaborazioni intra-filiera con altri fornitori, aziende ed enti di ricerca, una selezione accurata dei partner nelle fasi di produzione e distribuzione dei prodotti e una comunicazione ad hoc volta a sensibilizzare i consumatori sulla tematica circolare.

 

 

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