Maggio 7, 2021
Italia quarta in Europa per lo sviluppo di brevetti nel campo dell’energia green e rinnovabili. È quanto emerso dalla classifica stilata dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) e dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA).
Energia green: l’impegno dell’Italia
Il report, che descrive in maniera efficace ed accurata tutte le tendenze e le innovazioni nel campo dell’energia pulita, vede il nostro Paese immediatamente ai piedi del podio, mentre a livello globale occupa il nono posto per numero di brevetti depositati nelle tecnologie pulite.
Nel triennio 2015-2018 il 7.6% dei brevetti italiani ha riguardato soluzioni volte a ridurre le emissioni di carbonio, quindi invenzioni nel settore dei veicoli elettrici, solare termico, fotovoltaico e trasporto ferroviario. Ad oggi, i settori principali che vedono la presenza di brevetti tricolore finalizzati ad una energia pulita risultano essere quello dei trasporti e dell’efficienza energetica industriale.
Nel periodo 2000-2019, le aziende italiane leader in termini di tecnologie ed invenzioni a basse emissioni sono state Fiat Chrysler, con 251 famiglie di brevetti internazionali, seguite poi da Eni, Leonardo, Magneti Marelli e Sind International.
Inversione di marcia nel corso degli anni
Si tratta di risultati importanti, che hanno tuttavia subito numerose inversioni di marcia nel corso degli anni. Se il periodo 2000-2013 ha registrato un grande impulso tecnologico, nel biennio 2014-2016 si è invece assistito ad un vero e proprio crollo dei brevetti fino alla risalita nel biennio 2017-2019.
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Necessaria una transizione energetica
Antonio Compinos, presidente dell’EPO, ha ribadito l’importanza della transizione energetica per “mitigare il cambiamento climatico”. Si tratta di una sfida di “enorme portata e complessità”, ma fondamentale per “accelerare ulteriormente le tecnologie energetiche pulite, alcune delle quali sono ancora in fase emergente”.
La transizione energetica, dunque, si può costruire solo “utilizzando innovazioni che rappresentano un allontanamento dalle tecnologie sviluppate negli anni precedenti – si legge nel report – e che vertano verso soluzioni più mirate al consumatore”.