Seleziona una pagina

Settembre 29, 2020

In Italia solo il 40% dei corsi d’acqua versa in un buono stato ecologico, rispettando appieno la Direttiva Quadro Acque. È il risultato del documento SOS fiumi. Manutenzione idraulica o gestione fluviale?, redatto da WWF.

“SOS fiumi”: il dossier

Stando a quanto riportato nel dossier, le Regioni italiane continuerebbero ad autorizzare interventi ed azioni “in aperto contrasto con le direttive europee”, ma anche distanti dagli obiettivi definiti dall’Unione Europea.

Secondo l’UE, ad esempio, uno dei modi per ristabilire ecosistemi di acqua dolce e ripristinare la funzione naturale dei fiumi consiste nell’eliminare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori.

Leggi anche: Estrarre il litio dalle acque del mare: il nuovo metodo che potrebbe segnare una svolta

L’esempio

Tra i casi analizzati dal WWF vi è quello riguardante il torrente Savena, in Emilia Romagna, esempio di cattiva manutenzione degli ecosistemi fluviali perché, dopo un errato intervento, sono stati distrutti ben 12 km di bosco ripariale. Ciò ha determinato non solo un aumento dell’erosione spondale del flusso d’acqua, ma anche un maggior accumulo di materiale nello stesso.

La richiesta del WWF

La richiesta del WWF è semplice: “cambiare rotta ed adeguarsi alle direttive europee”. D’altronde, considerando che fiumi e laghi costituiscono fondamentali servizi per il nostro ecosistema, garantirne la tutela e la corretta gestione dovrebbe essere scontato. Eppure

prevale ancora un approccio esclusivamente “idraulico”, mentre dovrebbe essere considerato l’ecosistema acquatico nel suo complesso e la necessità di preservarlo e gestirlo anche per migliorare la sicurezza dei nostri fiumi”.

Il WWF infine ricorda quanto definito nel piano “Strategia dell’Unione Europea per la biodiversità entro il 2030”, con l’ambizioso obiettivo di riqualificare e recuperare la connettività di almeno 25000 km di fiumi europei.

Share This